I miei valori.

Il mio stile di pensiero e il mio agire professionale poggiano sul generatore simbolico del cerchio.

Questa forma codifica in maniera immediata i valori che informano la mia vita e quindi il mio lavoro, in qualunque contesto io mi trovi ad operare.

  • Ho un approccio olistico nei confronti dell’essere umano, cui guardo non solo nella sua unicità ed irripetibilità di intreccio bio-psico-socio-spirituale ma anche come un sistema vivente interconnesso ad altri sistemi viventi. Adotto la teoria della complessità e guardo alle discipline umanistiche e scientifiche come parimenti degne di offrire non solo fertili punti di vista ma anche indicazioni pratiche di natura clinica ed etica. La mia è una prospettiva ecologica, antispecista e biocentrica, che cerca di rimanere equidistante dai riduzionismi, che vede ogni singola creatura in un rapporto di stretta interdipendenza con i simili e con le altre specie, ivi compresi i vegetali e le materie inorganiche, sento essenziale lavorare per equilibrare le istanze maschili e femminili all’interno della psiche accompagnando forme di interazione oltre i binarismi e quindi oltre la violenza strutturale della divisività;

  • Ho scelto la multidisciplinarietà come pratica di formazione professionale e personale, coniugando la psicologia del profondo con la sociologia, la mitologia, l’antropologia culturale, l’archeomitologia, la psiconeuroendocrinoimmunologia, la storia della medicina, la filosofia, le arti;

  • Un interesse per tutte le tappe esistenziali dell’essere umano, considerando la morte come ultimo compito evolutivo, una prospettiva che la incastona a pieno titolo nel ciclo della Vita, portatrice non solo di un mistero ma di ricchezza di senso e di contenuti, un’esperienza iniziatica. L’interesse per la morte ed il morire, per l’accompagnamento al lutto, per i culti, i riti e per le pratiche funerarie di esseri umani e animali riguarda anche la mia spiritualità e la convinzione che questa ultima forma del vivere sia necessariamente da integrare con una rinnovata dignità in una cultura che cerca di negarla. Che ne ha paura e lascia tutti soli nel fronteggiarla. Continuando a mal-trattare il dolore della perdita dei pet e del lutto perinatale, dell’aborto;

  • Nutro una fortissima vocazione egualitaria, che si estrinseca in forme apparentemente lontane, invece legate dalla volontà di validare ogni vissuto, ogni emozione anche se negativa o disturbante, in un’ottica antipatriarcale, che vede il femminismo come prisma attraverso il quale problematizzare non solo le questioni di genere ma l’intero ordine sociale oppressivo cercando forme di liberazione per tuttə. Mi interessa contrastare l’abilismo e l’idea di dominazione e sfruttamento di una parte (che si ritiene migliore,  in diritto, più capace e “giusta”) sopra un’altra (ritenuta inferiore, incapace, subordinata, indegna) ma anche sfatare le false credenze e i pregiudizi che sostengono l’ageismo, l’idea della seconda metà della vita spoglia di bellezza e opportunità e l’avversione ai doni e ai poteri del ciclo mestruale. Sono ferma nell’oppormi a forme pedagogiche e mediche basate sull’uso del potere, della forza, del paternalismo “sopra” a interlocutori ritenuti inferiori, incapaci, portatori di visioni comunque meno importanti e/o menomate. Ho scelto di interessarmi genuinamente ai contenuti interiori, ai pensieri e ai bisogni di tutte le persone indipendentemente dalla loro provenienza sociale, dal loro credo, nazionalità, personalità, grado di salute e/o malattia fisica e mentale, età;

  • L’azione per me non può essere disgiunta dalla riflessione ma nemmeno dal coltivare la dimensione spirituale. Lo studio delle religioni si è affiancato da alcuni anni all’approfondimento dello studio e della pratica dello sciamanesimo femminile. A partire dagli studi di genere e dall’archeomitologia sono approdata ad una visione che onora la ita e i suoi passaggi, i cicli naturali e la Natura, i misteri collegati alla morte e ai mondi invisibili. Lo sciamanesimo mi permette di onorare spirito e materia, di non scindere né gerarchizzare le infinite forme dell’essere incorporando la guarigione del singolo in quella della collettività, dando valore alle tecniche estatiche, al disseppellimento della saggezza femminile, alle società egualitarie. Lo sciamanesimo è un modo di stare al mondo, una formazione all’essere “con” e non “sopra” gli altri, incorporando il sacro e la bellezza nella quotidianità, rispondendo ad una chiamata antica a presidiare le soglie della malattia, della nascita, della morte, del passaggio delle età. Imparando ad accettare gli strappi, a rammendarli, a piangere e ridere e urlare, a farsi animale e filo d’erba. È in questa prospettiva che ho collocato la riflessione, l’elaborazione e le trasformazioni che hanno accompagnato la mia malattia oncologica. Io sono una Crona, una donna anziana che può stare vicino alle giovani, ritornare alla Lingua madre e cantare alle ossa le antiche saggezze, attenta alle trame delicate e potenti della vita. Selvaggia, silenziosa, pitonessa e donna medicina, capace di farsi antro oscuro e colpo di tamburo. Posso così sentirmi completa, collegando la mia radice scientifica a forme di intelligenza diresse, che incorporano intuizione, meditazione, ritualità ed estasi in connessione profonda con il mio potere personale e con quello della madre terra;

  • Ho avuto la fortuna, o forse ho ciecamente seguito una spinta irreprimibile, di poter trasformare in una professione quella che per me rimane una vocazione ma anche il bisogno di penetrare il mistero dell’esistenza. La formazione rimane un cardine del lavoro, una vera e propria pratica, che si estrinseca in molteplici forme. Seguire corsi, seminari, laboratori, Master ma anche incontrare altrə professionistə da cui imparare e/o con cui collaborare, leggere contemporanei e classici, saggi e poesie, frequentare mostre e reading. Frequentare il pensiero di filosofə, alchimisti, guaritrici, psicoanalistə, antropologi, scienziati e scrittori mi nutre e mi permette di contattare il patrimonio esperienziale di molti individui, apprezzandone la diversità e l’infinita genialità, che può poi travasarsi nei miei interventi, nei percorsi psicoterapeutici, nei laboratori espressivi. E tutto ciò rende robusto il mio senso di gratitudine e di connessione;

  • Il mio lavoro consiste nell’accogliere la sfida di allevare e generare valore per la persona, la comunità e l’impresa coniugando know-how, sensibilità, rigore etico, nomadismo intellettuale e concentrazione creativa.